Il nome del Presidente di quella che fu la Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia viene associato da alcuni anni agli eccidi di nemici (fascisti e non solo) ordinati da lui ed eseguiti con l'interramento dei corpi nelle cosiddette Foibe (fosse strette e profonde, inghiottitoi naturali da cui è praticamente impossibile recuperare i cadaveri).
Accadde nell'anno 1943
Dopo l'8 settembre, la smobilitazione dell'esercito italiano e lo sbandamento che seguì riprese vigore la resistenza antifascista e antinazista del partito comunista e della nazione jugoslava. Ciò con la conseguenza di tante esecuzioni sommarie sull'orlo dei precipizi presenti nel territorio carsico triestino. Ne fecero le spese soprattutto miliziani italiani (si parla di 700 o di 900 morti) più o meno legati alla Repubblica di Salò.
Il Maresciallo Tito (che fino al 1980 fu a capo del governo di Belgrado) è passato alla storia come grande patriota e leader della lotta partigiana del suo paese contro l'esercito tedesco; nei paesi del blocco anticomunista occidentale invece il suo lungo governo, esercitato con pugno di ferro, lo qualificò come un puro e semplice dittatore.
In Italia il giudizio su di lui è diventato negli ultimi anni ancor più negativo - proprio per la storia delle foibe - con la definizione finale di 'criminale di guerra' e autore di genocidi efferati.
Non si tiene conto del fatto che forse quegli avvenimenti furono in realtà gli effetti di una rivalsa contro il fascismo più che di un sentimento antitaliano. Influisce sul nostro tardivo riesame storico (delle foibe si sapeva molto sin dal 1946, senza che quasi nessuno ne parlasse mai) il fatto che gli uomini di Tito uccisero anche alcuni capi della resistenza italiana. Ciò avvenne perché partigiani slavi e CLN si contendevano il potere ai vertici del movimento di liberazione di quella regione plurietnica in quello che fu comunque un periodo di grande confusione.
Ma al di là della propaganda avversaria la verità storica fa di Tito un abile statista che per anni riuscì a tenere insieme Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Kosovo, Montenegro e Macedonia creando con mano ferma una nuova nazione destinata a dissolversi dopo la sua morte.
Per queste ragioni i giudizi negativi sul suo conto sono stati e sono esagerati, ma certamente la figura del leader jugoslavo è da rivedere: per le foibe, ma soprattutto per altri misteri che avvolgono il personaggio e per alcune zone d'ombra che ne circondano la figura.
Una falsa identità
Può sembrare strano ma noi non sappiamo chi era veramente Tito. Si chiamava Josip Broz ed era nato in Croazia nel 1892, ma era conosciuto in tutto il mondo con il nome di battaglia di Tito, che lo accompagnò nella sua lunga carriera di leader politico e capo di governo.